quest’anno, 19 ottobre

difatti camminavo davanti allo stadio dei lavoratori e ho alzato la testa era proprio blu il cielo quella notte, il blu che sembra nero ma si disvela nelle ombre lunari. giorni complicati, quella settimana, nella frenesia della città questo paese sempre riesce a suggerire momenti rituali, talvolta mistici, e in una città come questa dove non ci sono luminarie dappertutto per strada, ma tutti i grandi palazzi hanno una loro luce colorata, il buio diventa tridimensionale.

oramai abituata alla grande città e alla città che vive di notte rimanendo all’aperto sotto al cielo, abituata che c’è sempre qualcuno che cammina accanto a te, mi chiedevo dove tendesse la forza di quella luna strana. a volte quando cammini per pechino ti sembra che il vento ti spazzi i capelli anche se vento non ce n’è.
ho trovato alcune risposte, tanto per cambiare, nel  calendario lunare. tornando a casa, apro google per cercare una cosa, e mi trovo davanti questo,

immagine che mi ha incuriosito e mi ha ricordato uno di quei te’ floreali, che ce ne sono cosi tanti qui, e ognuno fa un miracolo diverso. quindi google mi ha spiegato che proprio quel giorno è quello del festival della luna del doppio nove, in cinese 重九 Chóngjiǔ, che è una festa antica che ricorre il nono giorno della nona luna.

il fatto è che il nove, in cina, e nell’ I Ching, rappresenta un numero yang, nel giorno del suo raddoppiamento la carica yang è troppo forte, ed è quindi una data potenzialmente complicata, si parla addirittura di spiriti cattivi.
è quindi una festa che richiede e ricerca protezione, attraverso rituali, l’attraversamento della quale fortifica. per proteggersi di solito si scala una montagna, si beve del te’ di crisantemo (che in antichità era piuttosto una grappa), e indossare vestiti speciali fatti di qualche pianta. pare gli imperatori si vestissero d’erba in sostanza, e talvolta il vestito era il premio per chi avesse scalato la montagna. tutti inoltre pensano agli antichi e agli antenati, e quindi è un giorno di grande forza della memoria, e di conseguenza di fortificazione del presente. il crisantemo è cosi importante che ci sono anche dei poemi, e le mostre, e gli spettacoli di teatro.

dentro questa festa della mezza luna c’è il profumo ancestrale della stagione del raccolto, l’autunno caldo, la forza ying che produce fino a sovrapprodurre e poi spegnersi con il freddo. non a caso il 立冬, il primo giorno dell’inverno, non è lontano dalla nona luna. e questa forza yang del nove è  dispari, ed è doppia, duplice, annodata. un po’ nostalgica, come i poemi che si scrivono e leggono a scuola, e sono decorati dagli acquerelli.

“九月九日憶山東兄弟” jiǔ yuè jiǔ rì yì shān dōng xiōng dì

by 王維 wáng wéi

獨在異鄉為異客, dú zài yì xiāng wéi yì kè
每逢佳節倍思親. měi féng jiā jié bèi sī qīn
遙知兄弟登高處, yáo zhī xiōng dì dēng gāo chù
遍插茱萸少一人. biàn chā zhū yú shǎo yī rén

As a lonely stranger in a strange land,
At every holiday my homesickness increases.
Far away, I know my brothers have reached the peak;
They are planting flowers, but one is not present.

c’è sempre un motivo dietro la luna che ti chiama e risplende nel cielo scuro, come se lampeggiasse. c’è un significato dietro al calendario lunare dove il giorno scorre unico e ciclico, e attraverso il rituale rende fertile il futuro.