mandalini
stories of trips around china
nocturno
Categories: places, scorci

(in questo post, il succo del discorso arriverà alla fine del bicchiere)

nocturno a shanghai

stasera, che poi oramai è diverse sera fa, sono andata all’inaugurazione del kaiba bar, un posto aperto da un’amica cinese a shanghai, devota alla birra.

come si diceva, la birra in cina è qualcosa che ti porta ad esperienze e record mitici a causa del basso grado di gradazione alcolica: la qingdao, che regna onnipresente, è molto buona, ma ha ildifetto che sta sui 3 gradi. mi dicono che a qingdao, cittadina sul mare del nord della cina dove probabilmente andrò tra un paio disettimane, la situazione è diversa e conoscono il concetto di gradazione, ma pare se lo tengano stretto nelle vie con architettura monegasca (è infatti la patria della birra cinese perchè ha ricevuto in eredità dai tedeschi il know how e le tecnologie, insomma una lenovo gastronomica del secolo scorso). mi riferisco a record mitici perchè sto sperimentando il consumo di litri senza sosta, e senza alcun effetto. la dose minima è una 66 ml, alla cifra di 30 centesimi alla bottiglia. quando sei ad un barbecue a pranzo, ci sono 32 gradi soprala tua testa, ti sei stranamente vestito di nero e ne bevi quattro bottiglie, calde, e non ti succede niente…

insomma questa amica viaggiatrice ha avuto una bella idea. in effetti a shanghai si trova tutto, tranne il parmigiano decente e la birra in posti decenti, e quindi ha messo su un bar. un bel bar, di legno, molto europeo, con qualche spina, e sessanta tipi di birre per lo più belga, la erdinger, qualcosa di imbevibile in quanto americano, e qualcos’altro. è un posto non troppo fashion anche se sufficientemente fighetto per non sembrare cinese, ma non è questa la pretesa. birra, buona, ghiacciata, con bicchieri di vetro della forma e dimensione giusta, dai 5 ai 15 gradi. senza pietà.

cosi’ è stato. io di birre belghe non ne so niente, e quindi ho scelto in base ad un semplice criterio: la quantità di alcol. sono più di due mesi che non ho idea di un sapore alcolico decente, e mi sembrava che partire da sette potesse andare bene. non ricordo il nome della birra che ho preso, ma era una scura, stesso colore della guinness, molto più densa, servita in un bicchiere quasi tondo.

bbbona.

sono rimasta a sorseggiarla fumando tabacco italiano su un tavolino vicino alla veranda, guardandomi intorno in questo orizzonte di serata shanghaiese in mezzo a designer e businessman, in abito da sera verso il fare tardi. oggi tra l’altro è weekend di festa in città, il gran premio, la creative week, si respirano alcol e alcolizzati ovunque già alle dieci. poi sono arrivati gli amici e il secondo giro è stato duvel, che ho preso sotto consiglio della mia amica “è la mia preferita” senza badare ai gradi. errore! sono nove, e quindi la testa ha cominciato a gonfiarsi e salire di giri, ci abbiamo fumato su qualcosa di speciale che ti trascina a terra…

e all’una e rotti ce nestavamo incastonati sull’asfalto deserto in cerca di un taxi glissando quella che doveva essere la serata danzereccia. impossibile, io non sarei sopravvissuta in alcun tipo di folla, e i miei amici neppure. al ritorno in ostello non se ne parlava affatto di andare a dormire, non c’era nessuno in giro, un silenzio totale e anche i pesci koi sembravano già essere andati a nanna. che fare?

ho preso la macchina fotografica e sono uscita. insomma la birra è stata la fatina del nocturno.

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

sono stata in giro fino alle cinque, attraversando diversi e poetici stadi di stanchezza e ripiglio. ho provato diverse volte a prendere un taxi ma sapevo che mi sarei addormentata. in realtà avrei voluto essere in grado di spiegare al tassista che gli mollavo cento kuai ma che lui gentilmente mi accompagnasse in giro un pochino a random, per un’oretta, ma non ce la facevo.  skill cinesi troppo evolute per la condizione. cosi incessantemente ho continuato a camminare in su e in giù per la città, prima fino al bund, poi all’inizio della concessione francese, poi piano nel parco contando i diversi suoni che sentivo. ho acceso il registratore diverse volte, e ho cancellato quello che avevo registrato per tenermelo tutto in testa. rumori di macchine e silenzi irreali in grado di farti sentire qualche pezzo di carta cinese laggiu’ in fondo. dietro l’angolo un martello penumatico o due tipi che trasportano gabbie di uccelli stanazzanti, chi passeggia in pigiama fischiettando, chi preparale taniche d’acqua che dovrà consegnare il giorno dopo, chi va in giro in motorino con qualche pezzo che batte sulla strada e cigola.

nocturno a shanghai

shanghai è una città dove si puo’ fare anche questo, nessuno ti importuna se cammini in diagonale e l’unico disturbo avuto al fluire dei pensieri è stato un vecchio barbuto forse australiano che usciva da un ristorante con un cinese sbronzo, e mi fa “you seem lost”

“ahhah, thanks, i’m really on the way, don’t worry”

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

shanghaidi notte è un’altra città. è rossa  e verde, luci strane che vengono da dietro le serrande dei negozi, alcune con tutti i neon ancora accesi.

un velo d’acqua copre tutte le strade, come un sottilissimo mare. omini vestiti di bianco e azzurro spingono l’acqua in tutti gli angoli. l’acqua scivola e tutto luccica. è un posto dove i sogni possono scorazzare felici o quantomeno indisturbati, dietro gli angoli e nascondendosi negli anfratti delle strade, che sono sgombri e vuoti. io ho lasciato i miei, che in questo periodo vestono come incubi, andarsene in giro, sparpagliarsi, speravo pure perdersi (torneranno invece tutti all’alba).

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

di notte shanghai è deserta, pochi passanti, quasi inesistenti le macchine, e anche nei grossi viali e sulla yanan si puo’ attraversare senza guardare milioni di volte a destra e sinistra. ci sono i carretti che passano, che portano l’acqua ai depositi che di nuovo la mattina verranno svuotati, ci sono le vecchiette in bici e le signore non molto vecchie. tutti portano i cappelli la sera di fine autunno e anche io avrei voluto averne uno.

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

a shanghai la gente passeggia in piagiama, a shanghai di notte volano gli aquiloni. si passeggia stancamente e si sale sui gradini. alcuni portoni di ferro battuto dalle parti del bund sono aperti verso le cinque del mattino. fanno le pulizie anche se è weekend. sono entrata, camera alla mano, e ho incontrato un sacco di vecchini rugosi con la scopa in mano a trascorrere le loro albe di 周末 lustrando i pavimenti di marmo cinese, che non so se sia qualitativamente diverso ma luccica uguale. quando li vedi, ti viene voglia di mettere via la macchina e provare solo ad usare tutto il cinese che sai per chiedergli qualunque cosa, che ti faccia entrare dietro il muro della buona maniera di rapportarsi agli altri.

in una notte di metropoli in cui ci si ritrova ubriachi a girovagare per strada recuperando l’orientamento per le luci dei palazzi, tutto è possibile.

dal parlare con i lavoratori che rifanno la strada, che ti chiedono le foto mentre tentenni all’angolo tra le luci del palazzo più alto, che non capisci qual’è.

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

come il deserto che di notte si gela. un’altra città sotto gli occhi, una vera trasformazione, e sè stessi di nuovo proiettati in un intorno e contorno nuovi e inaspettati. bisogna sempre ricollocarsi. qui faccio cose che a casa non faccio, e questo svela la posizione schizofrenica del mio cervello, nel passeggiare stanco.

qui mentre passeggi pensando cose folli e rimuginando su come è strano il tuo modo, di come è lontana la tua normalità, incontri i cinesi. alcuni che lavorano, non conta il dove e non conta il quando. altri, con un mazzo di carte in piena notte sulla panchina, una frittella, un aquilone, la sigaretta con gli amici tassisti, un niente che basta per trascorrere le ore tra la sera e l’alba, quelle in cui la cina è una macchina silenziosa in cui camminano i reduci in apparenza felici.

in cina di notte c’è più spazio.

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

eppure, qui tutto cambia velocissimo, anche di notte. la forma è diversa, diversi i colori delle luci, la gente per strada, il rumore che si sente, il sapore dell’aria. c’è sempre qualcuno che prepara tagliolini, eppure tutto cambia e si muove nel grande cantiere cina anche quando tutti dormono e per strada si aggirano ubriachi, vecchi, e signorine con la macchina fotografica.

ho sempre l’impressione che la notte non europea senza troppe luci per strada sia più affascinante. che poi non è l’europa, ad amsterdam c’è la notte scura e buia. ecco la cina è più come amsterdam. magari questa via è illuminata a giorno con le sue otto corsie sempre aperte, ma avventurarsi in una vietta di shanghai  significa incontrare il buio.

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

nocturno a shanghai

cosi’, tra un pigiama e uno spiedino tardivo, sono quasi arrivata all’alba e a pretendere di sentire, dietro tutti gli odori, anche quello del mare.

nocturno a shanghai

2 Comments to “nocturno”

  1. mandalini says:

    corretti
    anche se dimostravano l’alta qualità della sbornia
    da queste mie nuove campagne vi penso con più intensità
    ;***

  2. gire says:

    Bellissimo post sorella. Se correggi tutti gli errori di formattazione si legge meglio. Ti meriti un link. Stammi bene