mandalini
stories of trips around china
automedicazione
Categories: cinesita'

tra le altre cose a parte sbronzarmi furiosamente nella notte shanghaiese, questi ultimi tempi ho provato ad intrecciare due pensieri sul corpo, e sulla coltivazione del corpo. si ci sono decisamente troppe questioni lasciate in sospeso in questi mesi, a parte che ho smesso di farmi i disegni coi colori sulla pelle e questo non va bene..

ma la terapia stavolta parte dalla cina, che qui basta scendere per strada e ci sono un sacco di persone da mettersi a osservare e imparare; per esempio  sto cercando un medico per ricominciare con i 拔火罐 bahuoguan, sto sperimentando la rosa rodhiola e gli effetti in ambiente metropolitano, e attraverso una lenta guerra interiore piano piano pratico il taichi. ok oggi vi racconto queste tre cose.

i bahuoguan sono una tecnica secondaria di medicina tradizionale cinese percui il medico prende semibolle di vetro, circa nove, le scalda col fuoco e le mette dietro la schiena a mo di ventosa secondo una matrice. restano li’ una ventina di minuti e poi le toglie. non fa male se non che la pelle tira un po’ e restano i segni dopo, di un ematoma lieve, che diventa scuro e profondo la dove ci sono dei problemi. il principio delle bolle sulla schiena segue la mappa dei meridiani, ed è una tecnica che serve per creare movimento nei fluidi interni, e laddove il movimento non c’è, scatta il nero. si muove l’energia che stagna. questo, per farla un po’ semplice. vi metto una foto. alla fine ci si sente spossati, il giorno dopo mi sono addormentata sul banco a scuola, la prof mi ha chiesto cosa avessi e quando le ho detto delle bolle mi fa “va bene dormi pure”..

la rhodiola è invece un fiore che cresce al freddo e come antidepressivo è una bomba, e viene usata per resistere al freddo e per l’adattamento alle alte altitudini. quando siamo andati in cima allo yunnan ce l’hanno data a scuola da bere nelle settimane prima del viaggio. a me mi ha aiutato un po’ la mattina che sono le ore piu’ critiche quando il fuso orario mi è contro, salto di dodici ore in dodici ore e non ho molta energia per starci dentro, e devo dire che funziona in entrambi i casi. la compro su taobao a pacchi da cento, dove potrei comprare ogni cosa che vi viene in mente dai pezzi dell’expo a calze tatuate, eccetto il formaggio ma inclusi i tagliolini cinesi.

poi c’è il taichi, che è il mio struggere interiore. no, non ho ancora cominciato a fare le lezioni. metto la scusa nel tempo che manca ma è una scusa del cazzo perchè di tempo ne perdo a cumuli e la palestra starebbe tipo a trecento metri da casa all’angolo di una bella vietta alberata. tutte le scuse sono interiori e sto cercando di curarmi dalla sindrome che ci tiene lontani da quello che ci farebbe guarire. una soeta di ipocondria al contrario. d’altra parte spostarsi dall’altra parte del mondo non serve a togliere in automatico i malanni che abitano i luoghi interiori. non da meno ci si lavora sopra, sempre, con errore e metodo.

infatti, talvolta, ne facciamo in ufficio. il vantaggio delle terrazze. di solito alle 12.30 dopo il pranzo, forma 24, ho recuperato un foglio con la sequenza dei passi e sto provando a decifrarlo, un carattere al giorno piu’ il tempo dell’allenamento. insomma, una roba lunghissima.

 

tutto sommato, scorci di ricerche e prove gioiose.

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