mandalini
stories of trips around china
scuola di graffiti
Categories: cinesita', scorci

un giorno sono uscita dall’ufficio sul ballatoio ed era pieno di disegni.

  

c’è una classe credo del secondo anno in cui si disegnano graffiti e si usano altre forme di arte "povera", che da strada sicuramente i cinesi non la considerano.

sono dei pannelli di un paio di metri di lato, appesi su tutto il muro, e sono andati avanti per ore a montarli.

mi hanno detto che ne stanno finendo altri e che resteranno li per tutto l’anno, insieme alle sculture e ai disegni che ci sono in tutto l’edificio, per questa grande ristrutturazione in corso.  l’università è tutta sottosopra e stanno rifacendo l’atrio e gli spazi pubblici, con delle belle lastre di pietra lucida e un  sacco di storie raccontate. la scuola è disseminata di lavori degli studenti, opere donate, esposizioni temporanee, fotografie, schizzi, forme. 

cosi hanno montato i graffiti e poi si sono messi a preparare i lavori per la grande porta gialla, che li occuperà nei prossimi giorni. 

alcuni lavori mi sono molto piaciuti, espressioni implicite di un qualche pensiero cinese. alcuni sono soltanto belli indipendentemente da quello che trasmettono. colorati e nitidi. era sera, ed eravamo ancora in ufficio tutti molto tardi, sono uscita a fumare e guardare un po’ questi disegni e le loro ombre. mi sono immaginata gli studenti cinesi nelle loro stanze gelide di due metri per due, coi colori ovunque a tracciare le curve. mi sono vista dopo questo tempo passato cosi’ solitario e quindi cosi necessariamente in mezzo a loro a guardare quei disegni con il mio immaginario occidentale. diverso e spigoloso, sempre orientato a cercare un senso per le cose, una loro rappresentazione anche in termini di simboli, di retorica, di qualche forma culturale che già conosciamo. guardavo questi disegni immaginando il mio significato per loro, in parte ricercandovi anche tracce di una qualche vena di espressione libertaria, autentica, esplicita. cose che magari per loro (e quindi nella realtà dei disegni anche) non hanno nessun significato. ho strippato un po’ dietro a pensieri lunghissimi di fronte a qualche semplice disegno sul muro. anche questo è l’effetto cina. in fondo sono quotidianamente circondata da stimoli forme e iconografie che forse sembra strano interessarsi di "semplici" disegni. eppure per me sono le prime forme creative, che in qualche modo riesco a comprendere o posso provare a decodificare, che non arrivano dai cinesi in generale ma da questi cinesi che studiano accanto e con me da mesi e coi quali ogni giorno è una scoperta, una fatica, un’esperienza. anche in questo caso si media verso un linguaggio forse meno preciso ma in qualche modo condivisibile, i disegni sul muro come interfaccia di un dialogo che non passa solo dalle parole. i primi mesi di una vita in cina mi sembrano un po’ cosi’, continue conversazioni più o meno concitate con molte forme della rappresentazione, alcune delle quali tengono la tua attenzione così a lungo nel tentativo di afferrare qualche centimetro di comprensione in più.

      

      

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